Si parla molto di scuola, quest’anno moltissimo. Tra attacchi e difese c’è molto da dire. La scuola che insegna e la scuola che educa. che poi…. solo la scuola educa? come ci si può ritrovare tra educatori di ogni bambino, di ogni ragazzo? quando ci si concede di riconoscere i bisogni educativi di ogni bambino, di ogni ragazzo?

Educare è condurre fuori.

Ma per portar fuori qualcosa devo vederla, riconoscerla e questo necessita che possa dedicare la mia attenzione a questo.

Educare presuppone anche riconoscere quale obiettivo voler raggiungere , in qualche modo interrogarmi sul mio ruolo, la mia missione e anche su cosa intendo raggiungere, quale visione ho dei bambini e dei ragazzi e delle loro potenzialità. Il discorso a sviscerarlo si fa pieno di sfaccettature e componenti in cui ci addentreremo in un prossimo articolo, ma merita in questo momento fermarsi su una questione di metodo: come si educa, come si conduce fuori?

Si può fare senza stare affianco, senza percorrere insieme? Si può fare fuori da una relazione costante, da una comunicazione attiva e partecipe? E ancor più si può educare fuori da un prerequisito di fiducia reciproca?

Osservo in questi mesi, spesso, in contesti diversi, un generale clima di sospetto e sfiducia reciproci. Le diverse agenzie educative “l’un contro l’altro armati”: si guardano sospettose, si sfidano, si attaccano.

Questo clima ricade poi sui bambini e sui ragazzi, soprattutto su questi ultimi: quanti prof non si stanno fidando di valutazioni fatte a distanza? quanti rimandano loro che dubitano di quello che osservano, che mettono in discussione la buona fede e la sincerità? Sento e osservo quanto sia difficile crescere così. Siamo all’antitesi dell’effetto pigmalione. Spiace pensare che qui le profezie si autoavverano e si autoavvereranno al contrario.

Osservo nella stanza di terapia, ma anche fuori, che i bambini e i ragazzi fioriscono anche solo con un educatore che crede in loro. I docenti e i genitori, educatori tutti, possano riconoscere il loro grande potere e usarlo per permetterci di godere di un gran prato fiorito!

Dott.ssa Emanuela Lopez

Psicologa e Psicoterapeuta

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